18 giu 2018
Detrazioni per ristrutturazioni. Novità 2018 - MB Geoteam - Impresa Edile Savona

DETRAZIONI DEL 50% PER LE RISTRUTTURAZIONI: NOVITÀ 2018

Da quest’anno per ottenere la detrazione Irpef del 50% per la ristrutturazione si dovrà inviare una comunicazione all’Enea, come già avviene per l’Ecobonus.
L’obiettivo dell’invio di informazioni all’Enea anche per le detrazioni del 50% è monitorare e valutare il risparmio energetico ottenuto con la realizzazione dei lavori, replicando ciò che già avviene con gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici (detti Ecobonus).
Questa novità sulle detrazioni del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia è stata resa nota dall’Agenzia delle Entrate, che ha recentemente aggiornato la guida per usufruire dei bonus.

Anche per quest’anno è possibile detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2018 per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici condominiali, con un limite massimo di 96mila euro per unità familiare.
La detrazione viene suddivisa in dieci quote annuali di pari importo.
I pagamenti devono avvenire con bonifico bancario o postale da cui risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o il numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

È detraibile il 50% delle spese sostenute per lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze.
Nei condomini è detraibile il 50% delle spese sostenute per tutti i lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle parti comuni.

Usufruiscono inoltre della detrazione fiscali per la ristrutturazione:

  • i lavori sugli immobili danneggiati dalle calamità naturali;
  • l’acquisto e la costruzione di box auto pertinenziali;
  • l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • gli interventi per la prevenzione degli illeciti;
  • la cablatura degli edifici e il contenimento dell’inquinamento acustico;
  • l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici;
  • l’adozione di misure antisismiche;
  • la bonifica dall’amianto;
  • gli interventi anti-infortunio;
  • l’acquisto di immobili ristrutturati.
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18 giu 2018
Nanotecnologia ecologica per materiali edili - Mb Geoteam - Impresa Edile Savona

NANOTECNOLOGIA ECOLOGICA PER MATERIALI EDILI

A vederla sembra una goccia d’acqua. Sembra, perché dentro quella goccia si concentra il principio della nanotecnologia applicata a una serie di prodotti per tutelare e rendere più resistenti e performanti materiali edili.
A metterla a punto è stata la 4wardNanotech, azienda che ha sede in Italia e produzione in Ungheria e che propone un’ampia gamma di prodotti totalmente ecologici, atossici e innocui per l’uomo e per l’ambiente.
Praticamente tutte le superfici possono essere trattate ed essere preservate, aprendo il campo di intervento dalle nuove costruzioni alle ristrutturazioni edili fino al restauro di beni architettonici e storici.
«Grazie all’uso controllato del silicio e all’aggiunta di additivi atossici, assicuriamo che l’ambiente e la salute non siano compromessi – spiega Marco Zeppa, referente tecnico dell’azienda – I laboratori con i quali lavoriamo si occupano della valutazione delle tecnologie a vari livelli e in segmenti diversi di mercato e considerano in ugual misura, sia le opportunità che i rischi».
Tutti i trattamenti sono finalizzati alla preservazione delle superfici mediante aumento delle varie caratteristiche prestazionali come idrorepellenza, oleorepellenza, antigraffiti, antigelivo, pro o anti raggi UV ma anche l’antiscivolo. Inoltre possono essere utilizzati in qualsiasi ambito edile come manutenzioni ordinarie e straordinarie, sostituzioni, ristrutturazioni, restauri, ricostruzioni e nuove costruzioni ma anche nella nautica, nell’automobilistico e nei Beni culturali.

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18 giu 2018
Mattone 4.0 - Ecco come cambia edilizia - MB Geoteam - Impresa Edile Savona

MATTONE 4.0: ECCO COME CAMBIA L’EDILIZIA

Le imprese edili hanno intenzione d’investire in innovazione in futuro, principalmente in macchinari e attrezzature.
La conoscenza del mercato è diventata un fattore strategico. Prima di fare un investimento in innovazione, le imprese analizzano la domanda potenziale, la corrispondenza con le caratteristiche del prodotto da realizzare e la compatibilità con il prezzo che potrà essere richiesto. Prestano però pochissima, se non scarsa, attenzione alle potenzialità offerte dalle costruzioni digitali, droni e realtà aumentata.
«Il decreto Industria 4.0 – commenta Roberta Vitale, presidente dei Giovani Ance – deve allargare lo sguardo al settore dell’edilizia. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida dell’innovazione, ma con noi deve farlo la pubblica amministrazione. Perché se da una parte le nostre imprese sono costrette ad essere sempre più qualificate, non possiamo pensare che uffici comunali e stazioni appaltanti siano a malapena adeguate alla seconda rivoluzione industriale. La digitalizzazione deve essere messa anche al servizio della manutenzione e della sicurezza del patrimonio edilizio. Le moderne tecnologie possono, infatti, fornirci indicazioni dettagliate sullo stato di salute degli edifici e delle infrastrutture, per poter intervenire tempestivamente con un piano di manutenzione o agevolare la ricostruzione a seguito di crolli».
Per fare ciò occorre rendere però obbligatoria la redazione del fascicolo digitale del fabbricato, per gli immobili privati, e redigere un data base completo del patrimonio pubblico in collaborazione con le università italiane.

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07 mag 2018
Cessione del credito - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona - Bonus Pavimenti 2019

CESSIONE DEL CREDITO: LE NOVITA’ IN ARRIVO

A febbraio 2018 l’Agenzia delle Entrate ha aggiornato una serie di modelli per la dichiarazione dei redditi, tra cui due relativi agli interventi di riqualificazione energetica: uno riguarda le comunicazioni all’anagrafe tributaria dei dati relativi agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici residenziali.
Le comunicazioni sono state aggiornate per permettere ai contribuenti di dichiarare la cessione del credito.

I modelli aggiornati a febbraio si riferiscono alla dichiarazione dei redditi relativa al 2017, quando la cessione del credito corrispondente all’Ecobonus era possibile solo per i lavori di efficientamento energetico sulle parti comuni.
Dal 2018, invece, la cessione del credito corrispondente all’Ecobonus si può fare anche sulle singole unità immobiliari.

La cessione del credito corrispondente alla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici è stato introdotto per favorire i condòmini incapienti che non avrebbero potuto partecipare alla riqualificazione delle parti comuni dei condomìni.
Poi la cessione dell’Ecobonus è stata estesa a tutti i condomini, con delle differenze: i beneficiari possono cedere l’Ecobonus ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati, ma non alle banche o altri intermediari finanziari.
Solo i condòmini incapienti (di 8mila euro di reddito nel 2017) possono cedere il credito d’imposta anche a banche o ad altri intermediari finanziari.
Alla fine (nella Legge di Bilancio 2018) è stata introdotta la possibilità di cessione del credito non solo per gli interventi sulle parti comuni, ma anche per quelli sulle singole unità immobiliari.

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07 mag 2018
Macerie edili - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona

CUBA HA INVESTITO NEL RICICLO DELLE MACERIE EDILI

A Cuba stanno nascendo piccole imprese private che comprano, vendono e riciclano macerie all’interno del “Pograma de producción local de materiales de construcción”, un’iniziativa  che nell’ulitimo quinquennio ha avuto una crescita annua tra l’8 e l’11% e che non riesce a soddisfare la domanda da un settore economico-residenziale in forte crescita.
Nel municipio de Marianao è stata relizzata la Planta de Reciclaje de Escombro Husillo, nella quale 30 lavoratori producono un materiale che i cubani chiamano aresco, prodotto a partire dalla selezione e macinazione di resti delle demolizioni, dei crolli e delle opere di ripristino in corso nella capitale l’Avana.
Fonti ufficiali stimano che dal 2012 la capitale, con i suoi comuni ad alto tasso di demolizione come La Habana Vieja, ha prodotto 1.200 m3 di macerie al giorno. E la domanda di materiali da costruzione cresce ogni giorno.
Dal 2012 a 2017, le 168 unità produttive cubane che attualmente si occupano di riciclare detriti hanno lavorato, tra gli altri prodotti, 316.000 m3 di inerti, 13 millioni di mattoni, 40 milioni di blocchetti di cemento, 24.000 coperture solide, 50.000 tavole e lavatoi di calcestruzzo, 37.000 serbatoi di cemento per l’acqua e 3.049 chilometri di tubi flessibili e 820.000 connessioni in plastica.

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06 mag 2018
Pergolati e tettoie - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona

PERGOLATI E TETTOIE: SERVE IL PERMESSO DI COSTRUIRE?

Per realizzare un pergolato o una tettoia, occorre il permesso di costruire o l’intervento rientra nel campo dell’edilizia libera, senza alcun titolo abilitativo?
La giurisprudenza amministrativa si è espressa numerose volte per entrambe le opzioni, chiarendo i criteri per scegliere quella giusta.

Pertinenza, esiguità e precarietà del manufatto: nessun titolo

Sul piano giuridico, una struttura di questo tipo è considerata una pertinenza, caratterizzata dall’esiguità quantitativa e dalla precarietà del manufatto , tale da non alterare in modo rilevante l’assetto del territorio (Consiglio di Stato, sez. VI, n. 19 del 4 gennaio 2016) e in quanto tale non necessita di titolo abilitativo edilizio.
Dunque il primo requisito, per evitare di dover ottenere il titolo abilitativo, è la dimensione del pergolato; il secondo riguarda la solidità e la permanenza della sua struttura.
“Non è necessaria alcuna concessione edilizia allorché l’opera consista in una struttura precaria, facilmente rimovibile, non costituente trasformazione urbanistica del territorio (nella specie, trattasi di pergolato costituito da una intelaiatura in legno che non è infissa né al pavimento né alla parete dell’immobile alla quale è semplicemente addossata, né risulta chiusa in alcun lato, nemmeno sulla copertura)”(Consiglio di Stato, sez. V, n. 6193 del 7 novembre 2005).

Grandi dimensioni, nuovo volume su area diversa: occorre il titolo

I pergolati realizzati di considerevoli dimensioni e stabilmente ancorati all’edificio, palesando un’attitudine a durare nel tempo, richiedono il permesso di costruire.
“Non può ritenersi meramente pertinenziale, ai fini del possesso dei necessari titoli abilitativi edilizi (e paesaggistici), un’opera quando determini un nuovo volume di consistenti dimensioni su un’area diversa e ulteriore rispetto a quella già occupata dal preesistente edificio principale” (Consiglio di Stato, sez. VI, n. 2658 del 16 giugno 2016).
E’ escluso che possa configurarsi una pertinenza edilizia in mancanza del pre-requisito di carattere strutturale, ossia la scarsa consistenza dimensionale dell’opera: “Se fa difetto il primo requisito, ossia quello strutturale e se, quindi, la cosa che si ritiene pertinenziale ha dimensioni consistenti, non occorre neanche appurare l’esistenza dell’elemento funzionale, dovendosi in radice escludere che il manufatto abbia natura pertinenziale”( Tar Campania, sez. III Napoli, n. 4354 del 12 settembre 2017 e n. 4230 del 24 luglio 2014).
“La realizzazione mediante opere edilizie di un pergolato caratterizzato da una solida struttura – addirittura in cemento – di dimensioni non trascurabili, che fa desumere una permanenza prolungata nel tempo del manufatto stesso e delle utilità che esso è destinato ad arrecare, comportando una trasformazione edilizia del territorio, dev’essere qualificata come intervento di nuova costruzione, che necessita di concessione edilizia” (Tar Liguria, sez. I, n. 423 del 23 marzo 2012).
“La realizzazione di un pergolato su un terrazzo di copertura di un immobile vincolato dal codice dei beni culturali e del paesaggio, deve ritenersi ineseguibile in assenza di preventiva autorizzazione paesaggistica. Difatti va esclusa la natura precaria di tale manufatto, che escluderebbe la necessità della concessione edilizia, in quanto esso è destinato a recare un’utilità prolungata e perdurante nel tempo.”(Tar Campania, sez. IV Napoli, n. 6182 del 26 maggio 2006).
Un berceau (pergolato) in ferro infisso al suolo, formato da travi in ferro ancorati al suolo tramite bulloni e fili di acciaio teso, occupante uno spazio di oltre 30 mq, alto 2,34 m e destinato al parcheggio delle autovetture, è una struttura destinata a soddisfare esigenze di tipo non precario, non è facilmente amovibile e impatta in modo significativo sull’ambiente circostante, pertanto richiede il permesso di costruire (Tar Lombardia, sez. II Milano, n. 1644 del 18 luglio 2017).

Le tettoie

Se il pergolato è coperto, anche per una sola porzione, con una struttura che non si può smontare con facilità, è assoggettato alle regole dettate per la realizzazione delle tettoie. Da un punto di vista dimensionale e costruttivo, un intervento di questo tipo rappresenta una nuova edificazione e quindi per essere realizzato richiede il rilascio del titolo abilitativo, in assenza del quale, la struttura deve considerarsi abusiva.
La tettoia costruita su un condominio deve rispettare requisiti precisi, anche se ha l’autorizzazione dal Comune. Non deve:

  • pregiudicare la stabilità dell’edificio;
  • pregiudicare il decoro architettonico dell’edificio;
  • violare le norme sulle distanze minime.

La distanza minima tra tettoie è di tre metri, calcolati:

  • se le tettoie sono abusive, dai muri delle case cui le tettoie sono ancorate;
  • se le tettoie sono regolarmente autorizzate, dall’ultimo centimetro delle tettoie.

La giurisprudenza amministrativa è univoca nell’affermare che la realizzazione di una tettoia necessita di permesso di costruire quale “nuova costruzione”, comportando una trasformazione del territorio e dell’assetto edilizio anteriore; essa arreca, infatti, un proprio impatto volumetrico e, se e in quanto priva di connotati di precarietà, è destinata a soddisfare esigenze non già temporanee e contingenti, ma durevoli nel tempo, con conseguente incremento del godimento dell’immobile cui inerisce e del relativo carico urbanistico (Tar Piemonte, sez. II, n. 435 dell’8 aprile 2016; Tar Salerno, sez. II, n. 9 del 7 gennaio 2015; Tar Lazio, sez. I Roma, n. 13449 del 27 novembre 2015; Tar Napoli, sez. II, n. 4959 del 22 ottobre 2015; Tar Perugia, sez. I, n. 377 dell’11 settembre 2015; Tar Pescara, sez. I, n. 276 del 1 luglio 2015; Tar Ancona, sez. I, n. 469 del 5 giugno 2015; Tar Genova, sez. I, n. 1367 dell’11 luglio 2007)”.
Tuttavia, occorre sempre esaminare ogni intervento, caso per caso, considerando dimensioni, struttura, materiali e finalità dell’opera.

Ad esempio:

  • deve escludersi la rilevanza volumetrica di una tettoia in legno ad una sola falda, di forma rettangolare, avente dimensioni di mq. 31,42 e altezza in gronda di m. 2,50 ed alla gronda di m. 2,65, realizzata sul terrazzo di proprietà, ad esclusivo servizio di detto piano, poggiante per un lato direttamente sulla struttura esistente del fabbricato e per l’altro su pilastrini in legno: e ciò in quanto, come affermato già in precedenza dalla giurisprudenza detto manufatto è aperto su tre lati (Tar Campania, sez. I Salerno, n. 109 del 16 gennaio 2017). In questo caso la tettoia è in legno, ma la sentenza vale per qualsiasi tipo di tettoia, purché sia aperta su tre lati;
  • una tettoia non ancorata al suolo bensì al muro e che proteggere una superficie inferiore a 12 metri quadri non comporta impatto volumetrico e aumento del carico urbanistico. Si tratta, quindi, di un manufatto sostanzialmente irrilevante e, dunque, non qualificabile come nuova costruzione e, quindi, non necessitante del permesso di costruire (Tar Piemonte, sez. II, n. 198 dell’8 febbraio 2017);
  • una tettoia a una falda inclinata, delle dimensioni di mt. 2,50 x 3,40, sorretta da struttura in profilati metallici di cm. 5 x 5, addossata ad uno dei muri perimetrali del fabbricato principale ed aperta su tutti gli altri lati, è qualificata come “opera decisamente pertinenziale”(Tar Piemonte, sez. II, n. 238 del 26 febbraio 2016);
  • una tettoia con struttura portante e orditura in legno, avente 7,50 m t. di lunghezza x 4,10 mt. di larghezza (corrispondente ad una superficie di 30,75 mq.), altezza al colmo di mt. 2,65 ed all’imposta di mt. 2,00, solo parzialmente coperta con lastre in legno e materiale plastico ed ancorata al suolo con tasselli, aperta su tre lati ed aderente sul quarto lato a parte dell’abitazione, “non è soggetta a preventivo titolo autorizzatorio edilizio”. (Tar Piemonte, sez. I, n. 1563 del 22 ottobre 2014);
  • la realizzazione di una tettoia di non irrilevante consistenzadimensionale e ancorata al suolo costituisce opera idonea ad alterare lo stato dei luoghi e a trasformare il territorio permanentemente ed è tale da richiedere il previo rilascio del permesso di costruire. (Tar Piemonte, sez. II, n. 438 dell’11 aprile 2012);
  • una tettoia realizzata a copertura di un terrazzo, anche se molto grande, non ha bisogno di un permesso di costruire. Non deve essere demolita anche se l’intervento è stato realizzato senza titolo edilizio (Tar Campania, n. 109 del 16 gennaio 2017).

Per la qualificazione dell’intervento, la diversità della sagoma e l’incremento di altezza del piano terra sono aspetti ininfluenti. Il permesso di costruire occorre se l’intervento ha generato “un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente” e allo stesso tempo ha comportato “modifiche della volumetria complessiva degli edifici o dei prospetti”.

Tettoia abusiva: demolizione o abuso edilizio

Chi ha costruito una tettoia abusiva deve demolirla se non vuole subire un processo penale per abuso edilizio. Si può chiedere la sanatoria della tettoia abusiva, solo se la costruzione è già in regola con il piano regolatore urbano e se l’opera è “abusiva” solo perché non è stata chiesta l’autorizzazione al Comune per dimenticanza. Se invece, il Comune non avrebbe mai dato l’autorizzazione, perché la tettoia è contraria agli strumenti urbanistici, non si può chiedere la sanatoria.
Chi ha costruito la tettoia abusiva può evitare la condanna penale solo se il reato cade in prescrizione. La prescrizione scatta dopo quattro annioppure, se c’è stato un rinvio a giudizio, dopo cinque, ma attenzione: anche se il reato è prescritto, il Comune può ugualmente intimare la demolizione della tettoia abusiva.

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04 mag 2018
Edilizia libera - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona

EDILIZIA LIBERA: TUTTE LE DETRAZIONI ED I RIMBORSI

A partire dallo scorso 22 aprile, diverse opere di manutenzione rientrano tra quelle realizzabili in regime di edilizia libera, senza autorizzazioni né pratiche burocratiche, consentendo in molti casi di utilizzare agevolazioni fiscali.

MANUTENZIONE ORDINARIA

Normalmente la manutenzione ordinaria non dà diritto alla detrazione per i lavori di ristrutturazione edilizia al 50% fino a un limite di spesa di 96mila euro per tutto il 2018. Tuttavia esistono delle eccezioni, come la sostituzione infissi o lavori che aumentano la sicurezza. I lavori nei giardini possono utilizzare il bonus verde previsto dalla Legge di Bilancio 2018, la sostituzione di impianti può dare diritto al bonus per la riqualificazione energetica.
Di norma l’agevolazione riguarda i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Può però ricomprendere i lavori di manutenzione ordinaria se su parti comuni di condominio o se rientrano in ristrutturazioni di più ampia portata, o ancora se hanno finalità particolari (ad esempio, l’aumento delle condizioni di sicurezza).

CONDOMINIO

La riparazione, sostituzione o rinnovamento di infissi interni o esterni di un singolo appartamento non è agevolabile (a meno che non comporti demolizione). Se riguarda le parti comuni dell’edificio rientra fra le opere agevolabili al 50%. Se gli infissi producono un risparmio energetico (ad esempio, diminuendo la dispersione di calore) rientrano anche nel bonus energia al 65%, fino a un tetto di spesa di 60mila euro. In questo caso è opportuno scegliere l’agevolazione più conveniente in base alla tipologia di lavori realizzati e alla spesa sostenuta.
Detrazione al 50% anche per gli interventi di sistemazione della facciata (anche la semplice tinteggiatura), per nuova installazione o sostituzione con modifiche della grondaia, per l’intero rifacimento o la messa a norma dell’impianto elettrico o il rifacimento o l’innovazione di quello idraulico, per la pavimentazione delle aree pertinenziali del condominio. Rientrano sempre nell’agevolazione sulle ristrutturazioni i lavori che servono ad eliminare barriere architettoniche (anche la semplice realizzazione dell’ascensore) e quelli che servono a prevenire il rischio di illeciti, come i furti.

BONUS VERDE

I lavori che riguardano le aree verdi (gazebo, pergolati, ripostigli per attrezzi, tende, serre mobili stagionali) possono accedere al bonus verde al 36%, fino a un limite di spesa di 5mila euro, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018. In questo caso bisogna attendere istruzioni dettagliare dall’Agenzia delle Entrate, ma la formulazione della manovra indica che non può trattarsi di normali spese di manutenzione del giardino. Bisogna effettuare interventi più strutturali (ad esempio, la realizzazione di una nuova area verde), e in questo caso sono agevolabili anche i relativi lavori di progettazione e manutenzione.
Infine, le opere che hanno impatto sul risparmio energetico, come l’installazione o la riparazione di pompe di calore o di pannelli fotovoltaici possono essere agevolabili al 65% nell’ambito del bonus energia. Per quanto riguarda le pompe di calore ad alta efficienza, il tetto di spesa è pari a 30mila euro, per gli impianti solari a 60mila euro.

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03 mag 2018
Edilizia sostenibile - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona

EDILIZIA SOSTENIBILE: IL LEGNO E’ IL “MATTONE” DEL FUTURO

Il legno non solo è resistente, isolante e sostenibile, ma fa anche lavorare e vivere meglio.
Sono tanti i vantaggi del materiale più antico del mondo che sta tornando protagonista dell’edilizia sostenibile a livello nazionale e internazionale.
Un trend rilevato anche da scienziati ed esperti che prevedono il fiorire in Europa del maggior numero di grattacieli in legno più alti del globo. Protagonista anche l’Italia, con un mercato in costante crescita che vale oltre 700 milioni di euro: già nel 2015 una casa nuova su 14 era in legno.
Se è vera la teoria dei corsi e dei ricorsi storici, dopo l’era dell’acciaio e del cemento, ritorna l’era del legno. Utilizzato fino alla fine dell’Ottocento, cancellato dall’avvento dell’acciaio e del cemento armato e riscoperto solo recentemente, il legno strutturale in Italia sta recuperando quote di mercato registrando una crescita costante in controtendenza rispetto all’industria delle costruzioni.
Tra le motivazioni che spingono le persone a preferire case in legno c’è il fenomeno “Healthy homes”, studio teorizzato dai ricercatori della University of British Columbia, che evidenzia un legame forte tra gli ambienti naturali e i benefici psicofisici.
Resistente ma flessibile, ottimo come isolante termico, duraturo, ecologico, sostenibile, riciclabile e, non da ultimo, esteticamente gradevole.
Sono tanti i vantaggi che stanno orientando i professionisti della progettazione verso l’impiego del legno nel settore edilizio, elevandolo a mattone del futuro.

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09 gen 2018
Dal Canada un cemento elastico aiuterà a ridurre i danni dei terremoti - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona

DAL CANADA UN CEMENTO ELASTICO AIUTERA’ A RIDURRE I DANNI DEI TERREMOTI

Gli effetti dei terremoti potrebbero essere meno disastrosi se gli edifici potessero contare anche sulla “protezione” data dall’utilizzo di materiali più elastici, oltre che su strutture correttamente dimensionate. Perseguendo questo obiettivo la University of British Columbia ha avviato attività di ricerca su uno dei materiali più diffusi nell’edilizia, il cemento, per renderlo più duttile e quindi resistente alle azioni dei terremoti, da cui Vancouver e questa delicata area del Canada, collocata sulla costa occidentale del continente nordamericano, sono periodicamente colpite e costantemente minacciate.

Il risultato finora raggiunto, che nei prossimi mesi verrà testato sul campo utilizzato su un edificio da rinforzare, si chiama EDCC (eco-friendly ductile cementitious composite) e cerca di superare il limite intrinseco di un materiale resistente e debole allo stesso tempo, conferendogli duttilità grazie a una diversa composizione. Elemento base per la realizzazione dei calcestruzzi (un misto di inerti e legante che può essere armato), il cemento ha infatti grandi resistenze alla compressione ma scarse risposte a trazione, flessione e torsione. Gli studi portati avanti dal gruppo di ricerca della University of British Columbia hanno dimostrato, per adesso nei laboratori, come l’aggiunta di fibre plastiche, additivi e ceneri volanti permetta di sopperire alla debolezza creando un materiale malleabile e più duttile, in grado, differentemente da un prodotto tradizionale, di deformarsi plasticamente prima di arrivare a rottura. L’utilizzo delle ceneri volanti rende inoltre l’EDCC un materiale più sostenibile grazie alla potenzialmente considerevole riduzione della quantità di cemento nel composito (le sperimentazioni parlano di una riduzione che può arrivare anche al 70%).

L’eco-friendly ductile cementitious composite cambia anche la modalità di messa in opera di un materiale da costruzione rinnovato, se non nuovo, che potrebbe trovare larghissima applicazione sul costruito e negli interventi di rinforzo dell’esistente. Le indicazioni per la posa prevedono infatti che questo eco-cemento venga spruzzato direttamente su strutture e parti degli edifici. Secondo quanto restituito dalle simulazioni eseguite finora in laboratorio, uno stato continuo spesso 10 mm di EDCC dovrebbe essere in grado di aumentare la resistenza degli elementi su è posato rendendoli in grado di reggere a terremoti dell’intensità di quello verificatosi nel 2011 nella regione di Tōhoku, in Giappone, che, con una magnitudo di 9.1 sulla scala Richter, è stato uno dei più devastanti mai registrati nella storia e il cui tsunami causò anche il disastro nucleare alla centrale di Fukushima.

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19 dic 2017
Edilizia nel decreto fiscale pubblicato in Gazzetta Ufficiale - MB GeoTeam - Impresa Edile Savona

NOVITA’ PER L’EDILIZIA NEL DECRETO FISCALE PUBBLICATO IN GAZZETTA

Dal 2018 si apre una nuova possibilità per i Comuni, che potranno utilizzare i proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione, dai contributi di costruzione e dalle sanzioni in materia edilizia per finanziare la progettazione di opere pubbliche.
Sono alcune delle misure inserite nella legge di conversione del decreto fiscale, pubblicata in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 6 dicembre.
Attualmente i proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione, dai contributi di costruzione e dalle sanzioni previste dal Testo Unico Edilizia, possono essere utilizzati dai Comuni esclusivamente per un preciso elenco di operazioni, quali: manutenzione e realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, risanamento di periferie e centri storici, interventi di riuso e di rigenerazione e demolizioni di immobili abusivi, creazione di nuove aree verdi pubbliche e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio.
Nella categoria “riqualificazione ambientale e del paesaggio” rientrano anche le opere di prevenzione idrogeologica e sismica e gli interventi finalizzati alla tutela e alla riqualificazione del patrimonio rurale pubblico.
Tale elenco era stato introdotto dalla Manovra 2017, la quale aveva anche stabilito che dal 1° gennaio 2018 i Comuni non potessero più utilizzare i proventi dei titoli abilitativi e delle sanzioni in materia edilizia per “fare cassa”.
La legge di Bilancio 2017 aveva infatti abrogato la disposizione, introdotta dalla Finanziaria 2008, che consentiva ai Comuni di utilizzare fino al 50% di quei proventi per il finanziamento di spese correnti.

TESTO COORDINATO DEL DECRETO LEGGE 16 ottobre 2017, n° 148 |  Maggiori informazioni
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